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LA RIBELLIONE
E' ADESSO
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Quando il treno si rimette in movimento è possibile che con sé porti soltanto pochi viaggiatori: solo coloro i quali non si sono lasciati sfuggire l'ora.

Potrebbe anche accadere che i più vogliano lasciarselo sfuggire, giacché la stazione sembra più gradevole, accogliente e familiare del viaggio.

Fu schema analogo quello che dovette avere dinanzi agli occhi Nietzsche, allorché delineò l'immagine del «superuomo» e dell'«ultimo uomo».

Ernst Junger

 

Come abbiamo già precisato nei due articoli precedenti la maggior parte degli uomini preferisce, consciamente o meno, restare nella condizione in cui si trova piuttosto che compiere il passaggio al bosco e vivere da uomo libero.

Il cammino del Ribelle non si può compiere in gruppo: soltanto il singolo può prendere per sé stesso questa decisione, prendendo atto del fatto che saranno in molti a non seguirlo in questa sua coraggiosa strada.

L’uomo lo scopre quando si cala in sé stesso:

in pieno deserto crea così uno dei punti dove può crescere un’oasi.

Il Ribelle per Junger è una figura molto particolare, con valenza tanto umana quanto spirituale: egli è l’uomo che coraggiosamente si contrappone all’uomo-massa, si erge al di sopra della mediocrità e dell’omologazione del mondo moderno e compie la trasformazione interiore necessaria a divenire, come lo definirebbe Nietzsche, Oltreuomo.

Le caratteristiche di questa figura sono varie: innanzitutto, è bene specificare che il Ribelle non vive nel tempo, e viene infatti spesso definito uomo a-temporale, in quanto è immune dalle ansie e angosce pervasive che attanagliano chi passa la propria vita a rivangare il passato o a temere dolorosamente il futuro. Il Ribelle vive nel presente e sa di essere eterno, perché è entrato in contatto con quella scintilla dentro di sé che è realmente imperitura, dunque non può temere il tempo, che è essenzialmente timore della morte.

La totale libertà di cui egli gode nasce dalla sua consapevolezza di essere parte della Storia, dell’Universo e del Cosmos, e anche dal comprendere che la ribellione che deve mettere in atto non è nei confronti della Natura e dei limiti che essa stabilisce - come troppo spesso avviene ultimamente - ma anzi è una ribellione verticale, un’opposizione netta al nichilismo in un mondo privato di ideali, scopi o obiettivi che si incentra sul prolungamento del nulla che avanza.

Il piano dell'uomo viene delimitato, circoscritto, da uno più ampio: il piano della creazione.

L'originalità, l'autorità e la durata del piano dell'uomo dipendono dalla misura in cui sa corrispondere al piano della creazione.

[…] Così risplende la trama delle civiltà, le città rilucono: imitando l'arazzo degli universi.

Il Ribelle, dunque, lotta per la libertà perché sente intimamente che questo è il compimento del suo destino e sa di farlo in accordo con la sua parte più profonda. Una visione che, come abbiamo già visto [link articolo libertà], è totalmente antitetica a quella moderna di libertà come sfogo pulsionale di ogni capriccio.

Il Ribelle è deciso a opporre resistenza, il suo intento è dare battaglia, sia pure disperata.

Ribelle è dunque colui che ha un profondo, nativo rapporto con la libertà, il che si esprime oggi nell’intenzione di contrapporsi all’automatismo e nel rifiuto di trarne la conseguenza etica che è il fatalismo.

Egli, vivendo in perfetta armonia con la sua condizione mortale, non si ribella agli Dèi peccando di superbia ma anzi lotta per portare a compimento quello che è il suo destino, che dalla Natura stessa gli è stato affidato.

A differenza dell’uomo massa, il Ribelle ha radici profonde nella storia e nel mito, dunque si contrappone con tutte le sue forze all’uguaglianza forzata, agli automatismi di una vita vissuta nell’inconsapevolezza più totale e all’omologazione di ogni bene e dell’uomo stesso. Egli rifugge i non-ideali di questa società moderna ma non cede al fatalismo abbandonandosi alla disperazione: proprio le sue radici profonde gli consentono di restare sempre in contatto con la scintilla di vita eterna dentro di sé e di agire con Fede concorrendo al Bene.

Il Ribelle deve possedere due qualità.

Non si lascia imporre la legge da nessuna forma di potere superiore né con i mezzi della propaganda né con la forza.

Il Ribelle inoltre è molto determinato a difendersi non soltanto usando tecniche e idee del suo tempo, ma anche mantenendo vivo il contatto con quei poteri che, superiori alle forze temporali, non si esauriscono mai in puro movimento.

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